Gianni Tamino, biologo, illustra in modo approfondito e ma non specialistico le caratteristiche e i rischi delle nuove tecniche di modificazione genetica (Quaderni della decrescita, Anno 0, Numero 0/2, Gennaio/Aprile 2024)
Questi punti principali trattati:
- cosa sono il riduzionismo biologico e il deteminismo genetico e i loro limiti
- tecniche di cisgenesi e transgenesi, come funzionano e quali problematiche comportano
- differenza tra scoperta e invenzione, aspetti normativi della brevettazione applicata ala biologia e rischi pratici per i contadini e per l’ambiente
- le basi dell’epigenetica, le complesse relazioni dei geni tra loro e con l’ambiente
Durante la vita degli organismi pluricellulari i geni vengono attivati e disattivati in funzione dello stadio di sviluppo […] L’attività di un gene dipende dalle stimolazioni che vengono dall’ambiente esterno e interno all’organismo, in quel particolare stadio di sviluppo.
- imprecisione delle tecniche di transgenesi
[…] introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti. (Dulbecco, 22/11/2002)
- la storia recente degli OGM, le promesse e gli insuccessi: non hanno risolto i problemi come previsto, ne hanno creati di nuovi (aumento dei pesticidi, adattamento delle infestanti, azioni delle tossine, …)
- principio di precauzione, rischi sanitari e diffusione incontrollabile nell’ambiente di materiale biologico potenzialmente pericoloso
- equiparazione delle tecniche vecchie e recenti di mutagenesi, normativa europea e applicazione negli stati membri, situazione in Italia.
Le NBT continuano a spostare l’attenzione rispetto alle alternative reali che possono garantire un’agricoltura sostenibile, fondata sulla rigenerazione ecologica. Se vogliamo proteggere la sovranità alimentare e il controllo contadino sulle sementi, bisogna ripartire da una visione dell’agricoltura come parte integrante degli ecosistemi, quindi dall’agroecologia, alla base dell’agricoltura biologica. Il sistema agricolo va pensato in armonia con quello naturale, con rispetto degli equilibri tra le specie e della loro capacità di adattamento.
Abstract dell’ articolo originale
Gli OGM attualmente sul mercato sono il risultato di una visione riduzionista e determinista dei processi biologici e, grazie alla loro brevettabilità, favoriscono la privatizzazione degli organismi viventi da parte di alcune multinazionali.
Tuttavia la loro diffusione negli ultimi tempi non è cresciuta e ovunque si è sviluppata una netta opposizione al loro utilizzo e consumo
Per queste ragioni da vari anni si discute di nuove tecnologie di modificazione genetica che, a differenza degli attuali OGM, non utilizzino metodi di transgenesi, cioè il trasferimento con la tecnica del DNA ricombinante (o ingegneria genetica) di geni provenienti da un qualunque organismo nel DNA di una pianta di interesse agricolo.
In particolare l’attenzione delle multinazionali e dei biotecnologi è rivolta a tecniche chiamate cisgenesi e genome editing.
Lo scorso maggio le Commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato hanno approvato un emendamento al Decreto Siccità, che prevede la possibilità di sperimentare in agricoltura queste nuove biotecnologie, identificate con il termine italiano TEA (tecnologie di evoluzione assistita) o con l’inglese NBT (New breeding techniques).
Più recentemente, in luglio, la Commissione Europea ha presentato una proposta che tende ad esentare la maggior parte delle NBT dall’attuale regolamentazione sugli OGM.
Un tentativo che ha visto la protesta del mondo ambientalista e di quello legato all’agricoltura biologica.
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